Ricerca libera
21-02-2024
Da Abramo a Francesco
Oltre duemila anni or sono Abramo fu chiamato da Dio a farsi pellegrino con il dono di una vocazione e una missione da compiere: insegnare all’uomo a pregare, a parlare e anche discutere con Dio, Padre di tutti, il quale non è da considerarsi, se abbiamo il coraggio della fede, una Entità situata chissà in quale angolo dell’universo, ma una presenza costante in mezzo a noi, sempre al nostro fianco. Nella quaresima 2021 Papa Francesco è andato nella terra di Abramo ripercorrendo le sue orme facendosi veicolo di una immagine di unione e portando un messaggio di pace e di fratellanza dando al contempo a noi tutti chiare indicazioni ed un esempio di coraggio e di forza nella fede rinunciando ad addirittura all’ ausilio dell’auto blindata in un tempo e un luogo ritenuti pericolosi.
I grandi uomini di Dio Gesù, Abramo, e Francesco instancabilmente lavorano e hanno lavorato con cura sulla segnaletica della giusta direzione da prendere nel percorso di vita terreno, ma la storia degli uomini e la realtà attuale dimostrano una realtà umana tendenzialmente ancora selvaggia, attaccata alla materia, ignorante, ribelle e arrogante con tratti autolesivi e autodistruttivi; quindi mentalmente cieca poiché non riesce a cogliere la consequenzialità causa/effetto dei propri dolori e dei propri fallimenti.
L’uomo non impara …risulta sempre più spesso disfunzionale a se stesso e al suo prossimo; sa piagnucolare, sbraitare come una belva affamata, sa essere feroce e spietato, ma non fa tesoro della sua intelligenza e della sua squisita potenzialità di vivere in amore e per amore.
Auguriamo ai posteri che fra duemila anni non abbiano ancora bisogno di un uomo di Dio per
curare grandi piaghe come accade in questa nostra epoca.
I grandi uomini di Dio Gesù, Abramo, e Francesco instancabilmente lavorano e hanno lavorato con cura sulla segnaletica della giusta direzione da prendere nel percorso di vita terreno, ma la storia degli uomini e la realtà attuale dimostrano una realtà umana tendenzialmente ancora selvaggia, attaccata alla materia, ignorante, ribelle e arrogante con tratti autolesivi e autodistruttivi; quindi mentalmente cieca poiché non riesce a cogliere la consequenzialità causa/effetto dei propri dolori e dei propri fallimenti.
L’uomo non impara …risulta sempre più spesso disfunzionale a se stesso e al suo prossimo; sa piagnucolare, sbraitare come una belva affamata, sa essere feroce e spietato, ma non fa tesoro della sua intelligenza e della sua squisita potenzialità di vivere in amore e per amore.
Auguriamo ai posteri che fra duemila anni non abbiano ancora bisogno di un uomo di Dio per
curare grandi piaghe come accade in questa nostra epoca.