Psicoterapeuta Sessuologa clinica e pratictioner EMDR
14-03-2024

3° incontro

Le fasi critiche dello sviluppo prima delletà di latenza (9 anni) Fase orale-fase anale-fase fallica-complesso edipico-fase di latenza

Le fasi critiche dello sviluppo prima delletà di latenza (9 anni) Fase orale-fase anale-fase fallica-complesso edipico-fase di latenza Oggi parliamo delle fasi di sviluppo. Intendiamo lo sviluppo un processo in divenire che inizia con la nascita e praticamente non termina mai. Quando il bambino nasce e fino a qualche mese di età vive una sorta di egocentrismo, si considera il centro del mondo e vive un rapporto simbiotico con la madre: figura di attaccamento. Egli non elabora loggetto personale, cioè la madre come persona diversa da se tantè che potrebbe essere sostituita e il piccolo non se ne accorgerebbe anche se poi sappiamo che ne subisce tutti i disagi grazie allintelligenza emotiva. Da circa i 4 mesi di vita e fino a circa un anno il piccolo si trova nella fase di sviluppo definita fase orale: il comportamento del bambino in questo momento è caratterizzato dallesplorazione e la manipolazione del mondo attraverso la bocca. In questo stesso periodo è in atto, come sappiamo, la fase di attaccamento grazie alla quale si promuove nel piccolo limmagine di sé stesso in termini di sicuro, insicuro, misto. Intorno ai 12 mesi si realizza una importante maturazione neurologica che consente la deambulazione, il bimbo inizia a camminare e d inizia a parlare in modo sempre più articolato. Acquisisce anche il controllo degli sfinteri. A questo stesso periodo appartiene anche il piacere della manipolazione degli oggetti il piccolo porta tutto alla bocca. Da 1,52 anni e fino ai 3 il piccolo vive la fase anale che consiste nel piacere centrato sulla manovra di espulsioni delle feci (è come se facesse un dono alla mamma) manifesta gradimento ad essere manipolato nel corpo che gli procura immenso piacere (grattini alla schiena). In coincidenza con la parte più alta la fase anale il piccolo prende coscienza del potere genitoriale che diventa più differenziato: egli discute con loro, si oppone, fa resistenza. Intorno ai 24 mesi il bambino vive la fase fallica nel senso che scopre le differenze fisiche relative ai genitali ed ama esibire nudo il proprio corpicino (corre e ride come se dicesse guarda io che ho!!!!) In questo periodo il bimbo impara a cooperare, a gareggiare, a combattere Siamo intorno ai 3 anni 35 ed il piccolo entra nella fase edipica detta anche 1^ fase genitale. Il fanciullo ora rivolge lattenzione ai suoi genitali, e come anticipato entra in conflitto col genitore dello stesso sesso. La figura materna non è vista più solo come la figura che cura e accudisce, ma come persona sessuata come donna o come uomo se si tratta del papà. Abbiamo detto come il conflitto si risolve attuando la rimozione del desiderio di sostituzione al genitore dello stesso sesso e conseguente identificazione con essa. Ora siamo intorno ai 6 anni di età ed il bambino si sente maschio o si sente femmina. Il complesso edipico è superato ed il piccolo entra nella fase di latenza o prima fase genitale. La seconda fase genitale (che qui non trattiamo) inizia dopo la fase di latenza prima della pubertà. Risolta quindi la fase edipica, e siamo intorno ai sei anni di età, si passa nella fase di latenza che coincide con letà scolare. Questa fase è caratterizzata da un disinvestimento della libido da se a favore del mondo esterno e le pulsioni istintive subiscono una diminuzione, si qcquietano, nella fase di attaccamento tutta la libido è concentrata sullegocentrismo e la sperimentazione della propria potenza (immagine di sé), nella fase orale è tutta concentrata sullesplorazione del mondo attraverso la bocca, nella fase anale è tutta concentrata sul piacere del proprio corpo, ed il controllo degli sfinteri, nella prima fase genitale o fallica la sua libido o interesse è tutto concentrato sulle differenze sessuali e la scoperta del proprio corpo, nella fase edipica lenergia vitale o libido è tutta concentrata sul fenomeno della identità sessuale e nella lotta di collocarsi affettivamente e in modo appagante allinterno della triade: io mamma papà. Ora nella fase di latenza linteresse del bambino o la libido viene spostata dal proprio corpo al mondo esterno oltre la famiglia e alle relazioni interpersonali. Siamo intorno ai 67 anni di età. Il bambino sostituisce al piacere del proprio corpo il piacere della conquista del mondo esterno, degli altri come individui diversi da se. Alla dipendenza affettiva dai genitori amati in modo possessivo ed egocentrico, in modo particolare la madre, ora si va sostituendo una forma d amore più stabile e disinteressato caratterizzato da tenerezze e rispetto. Sempre di questo periodo è il viraggio affettivo il bimbo stabilisce relazioni e rapporti affettivi intensi e significativi fuori dallambiente familiare. Tale situazione a volte,però, a volte è vissuta male in maniera competitiva dal genitore emotivamente immaturo, nel senso che il presunto allontanamento del figlio/a può mettere in discussione lautostima e far emergere sentimenti di inferiorità ed esclusione che possono essere compensati con comportamenti ossessivi ed autoritari, con possibili atteggiamenti critici e svalutativi nei confronti dei nuovi oggetti di ammirazione e identificazione da parte dei figli ( compagni- altri genitori- insegnanti). In queste circostanze, il bambino, che ha bisogno del consenso genitoriale e la disponibilità affettiva di questi, è costretto a trarre una conclusione che potrà essere: o mamma/papà hanno ragione o mamma/papà hanno torto. Se stabilisce che hanno ragione la conseguenza sarà che deve concludere che gli altri sono male, sono sbagliati, sono banali E allora dovrà operare un disinvestimento emotivo di tipo depressivo dal sociale e contemporaneamente una disistima di sé (sono io che non so scegliere); se invece stabilisce che hanno torto avrà sentimenti repressi di ostilità verso i suoi genitori con possibili conseguenti sensi di colpa e di nuovo disistima di se. E proprio in questa fase di latenza che la persona sviluppa ed elabora le istanze psichiche dellIO e il Super io. Consideriamo questa età di latenza come una palestra psichica in cui il bimbo grazie al suo bagaglio istintivo e quello acquisito, grazie alla adeguata maturazione psicofisica realizzata entro i primi 7 anni ora inizia ad allenarsi alla vita procedendo per prova ed errore, (tenendo presente quel bisogno di amore e di consenso), ora si dedica alla realizzazione e sviluppo delle sue istanze psichiche :io e super io che si concretizzano nella organizzazione più concreta del suo carattere e la personalità. Le istanze psichiche si articolano in tre dimensioni: ES; IO; SUPER-IO. AllES corrisponde lio bambino; all io corrisponde lio adulto; al Super-io lio genitoriale. Nella istanza dellES o io bambino ritroviamo tutto il materiale trattato facente capo agli istinti e al mondo affettivo del piccolo, dimensione governata dallintelligenza emotiva; nellistanza dellio troviamo la dimensione nota della persona, quella sociale, quella che coniuga lindividuo al suo ambiente e viceversa è, o dovrebbe essere la parte saggia e funzionale della persona; Nella istanza del super-io troviamo la legge introiettata, lautorità ereditata dalla figura maschile, il divieto, il comando, lautocontrollo. In questa fase di latenza caratterizzata dallespansione dellio, ereditato da quel complesso di Edipo, il bambino non è più il centro del mondo ora il suo interesse si sposta verso gli altri, il gruppo, egli impara a condividere, a rispettare le regole, confrontarsi riconoscendo agli altri gli stessi suoi diritti, impara a lottare per difendersi, per conservare il proprio posto nel gruppo, sviluppa critica ed autocritica. Impara a sopportare e gestire i no, i premi e le punizioni, diventa un essere sociale. Questo sforzo di adattamento è essenziale per levoluzione ed il modellamento di quella particolare istanza chiamata EGO. Quellego che finora ha guidato il piccolo in modo istintivo ora si armonizza per corrispondere in maniera sempre più adeguata al vero bene della persona con tutte le varie esigenze della dimensione sociale. Contemporaneamente allo sviluppo dellio si ha lo sviluppo del Super-io che avviene grazie alla assunzione delle proibizioni e delle norme imposte non solo dalle figure genitoriali, ma anche da altre figure autorevoli che trova nel suo ambiente. E grazie a questo processo che il bambino diventa sempre più in grado di governarsi, autogestirsi, assumere responsabilità, di scegliere ed anche scendere a compromessi se serve per mantenere in equilibrio un io sempre in continuo sforzo di adattamento ad una realtà, per altro, spesso mutevole e contradditoria. È proprio in questa fase di latenza che si organizza ed evince in maniera sempre più chiara il carattere della persona. Per la personalità dobbiamo aspettare ancora qualche anno, occorre una maggiore maturazione psichica. Dott.ssa Elisabetta Vellone