Psicoterapeuta Sessuologa clinica e pratictioner EMDR
19-03-2024

Criteri educativi e disagi del genitore

4° incontro-

Qual è lobiettivo che si propone ogni buon genitore? Suppongo di trovarci tutti daccordo nel ritenere che ogni genitore si ponga lobiettivo di crescere un figlio psicologicamente sano e forte, sereno, ben adattato, capace di armonizzare con il proprio ambiente, Detto così appare come un quadretto teoricamente perfetto, ma contemporaneamente un risultato non facile da ottenere e spesso si è portati a ricorre allausilio della idea che ci vuole fortuna intesa come forza benevola che non dipende da noi. Molte persone, però, ritengono che la così detta fortuna ce la tessiamo da soli e, personalmente, sarei daccordo almeno al novanta per cento per il semplice fatto che la vita è regolata dal principio del semino o del lievito secondo il quale quello che semini raccogli (vedi gli insegnamenti contenuti nelle parabole di Gesù) . Nulla nella vita accade per caso: ogni evento scaturisce da una causa e nello stesso tempo produrrà un effetto. Il genitore è il regista di quella catena di cause, concause e conseguenti effetti che vanno a descrivere la qualità di vita di ogni figlio. Consideriamo il potere genitoriale una forza creativa, una linfa vitale (trattata nel primo incontro) che tutto spiega, tutto può. Detto questo vediamo passo, passo in che modo quelle caratteristiche positive implicite nel desiderio di ogni buon genitore, come, in pratica possono evolvere, oppure no, in caratteristiche personali dei figli. Il buon Dio ha pensato a tutto, tanto da permettere a chiunque, anche se culturalmente svantaggiato, di poter essere un buon genitore ed educare i propri figli a realizzare la serenità ed il benessere interiore che sono la base di ogni percorso di vita positivo e propositivo. In tal senso lo strumento educativo per eccellenza, efficace, diretto ed anche molto semplice da usare, è quello governato dallintelligenza emotiva, che si chiama ESEMPIO!!! Questo meraviglioso strumento è corredo di tutti, di ogni genitore ed ogni educatore e si auto attiva da solo, ogni volta che agiamo, anche se non ne siamo consapevoli. Nellesempio è contenuta, in formula compressa, tutta la verità del genitore: la sua filosofia di vita, la sua morale, l affettività, i suoi valori, i sentimenti, gli intenti e che ora sappiamo essere i motivi ispiratori di ogni comportamento della persona e contemporaneamente modelli esemplificativi agli occhi dei bambini. Ogni nostro agire costituisce un esempio, proprio come fosse una lezione di pratica, con grande valenza formativa per i figli che ci guardano. Le nostre azione ci rappresentano poiché in ogni nostro fare esprimiamo il nostro essere ed i nostri valori impliciti, la nostra affettività. Ecco perché da solo il buon esempio costituisce un messaggio di altissimo valore formativo. I bimbi colgono perfettamente la nostra coerenza, le nostre contraddizioni, la nostra lealtà, la nostra amorevolezza e il senso che diamo alle cose che loro certo non discutono!!! Ma assimilano e poi ripropongono come modalità proprie, perché non hanno scelta, perché il genitore, non è un modello; è il modello !!! A volte capita al genitore, che si rende conto di essere in difetto, di cercare di rimediare sul piano verbale con i figli magari descrivendo certi propri comportamenti come più gli fa comodo, ma non ci illudiamo che i figli ci cadono!!!!!!!!!!!! Gli stiamo solo insegnando a mentire. Detto questo vediamo allora quali sono i punti dolenz, ovvero quandè che il genitore può ostacolare lo sviluppo sereno dei propri piccoli. Partiamo dalla premessa che il piccolo per realizzare il benessere interiore ha bisogno di una base affettiva solida dalla quale partire. Quella base affettiva che ora sappiamo appagare il bisogno di amore. Una prima esigenza del bambino è quella di poter credere in se stesso, cioè sentirsi amabile, capace, importante per i suoi genitori e sufficientemente buono. Subito dopo ha bisogno di potersi fidare e affidare alle persone che ama cioè sentire il genitore impegnato nei suoi confronti, (sentirlo suo, che gli appartiene) presente, attento e premuroso, ma soprattutto giusto, leale. Altra esigenza è quella di poter credere in un mondo sufficientemente buono e affidabile per espandersi nelletà della socializzazione. Non dimentichiamo che il primo ambiente sociale sperimentato dalla persona è proprio la famiglia. Il bambino vede la famiglia come il suo mondo perfetto fatto di: io mamma e papà. Ai loro occhi i genitori non sono la somma di due persone, ma sono una presenza inscindibile ed anche icona del macrosistema sociale. (una bimba di 4 anni mi disse: quando mamma e papà sono nati la cicogna deve essersi stancata molto, perché loro sono pesanti!) È proprio in famiglia che si crea la matrice cognitiva dellidea del mondo buono/cattivo. Partendo da questa premessa andiamo a considerare come e quando si può verificare il disagio del genitore. Ora pensando al genitore disfunzionale, nel suo ruolo di madre o di padre, dobbiamo subito fare passo in dietro alla sua condizione di persona. Se il genitore, come persona, ha dei sospesi psicologici relativi alla sua storia di vita, alla sua storia di figlio/a ad esempio: se non ha raggiunto una maturità emotiva, se ha problemi di ostilità generalizzata, se ha una personalità ansiosa, o ha bassa stima di se, se ha complessi di inferiorità- superiorità, se ha una personalità infantile o un attaccamento dipendente se ha un superio troppo rigido o fragile o qualsiasi altro disagio personale, queste sue componenti nevrotiche saranno inevitabilmente presenti allinterno di ogni ruolo della sua persona, quindi anche nel ruolo genitoriale. Capita a volte che i figli non sono pienamente accettati e che la loro esistenza costituisce uno stress per il genitore. Ci sono figli vissuti come rivali, Figli vissuti come oneri troppo gravosi, come un peso, figli vissuti come usurpatori della gioventù e della libertà personale, figli vissuti come un oggetto di proprietà da parte dei genitori. Non sempre la nascita di un figlio è vissuta dalla coppia come un privilegio e dono di Dio. In questa nostra epoca dissacrante, sia la famiglia quella formata da consanguinei che il matrimonio come vincolo indissolubile, sono stati declassati ad una delle varie possibili forme di convivenza; questi grandi mutamenti culturali hanno causato labbandono e la rivisitazione di tutta una serie di valori intrinseci ad essi. I ruoli genitoriali si sono spalmati perdendo la loro sacralità nellesperienza della prole. Tutto è diventato precario, anche lamore, in nome di un ostentato diritto alla libertà personale e diritto alla ricerca della propria felicità. Ma paradossalmente si può osservare che mai, come in questa epoca, luomo è stato cosi nevrotico ed infelice. E opportuno ricordare, a tale proposito, che le leggi della vita, proprio come le esigenze dei figli, non cambiano mai, i figli hanno bisogno sempre di quelle stesse cose: hanno bisogno di amore, di un ambiente affettivo solido e di modelli genitoriali amorevoli ed affidabili per crescere in equilibrio e buona salute.