Psicoterapeuta Sessuologa clinica e pratictioner EMDR
20-03-2024

sul bullismo a scuola

introduzione

sul bullismo a scuola Forse in questo incontro nessuno dei presenti riesce a provare fierezza per essere qui ad affrontare il problema del bullismo a scuola poiché questo fenomeno che si sta prepotentemente espandendo ci obbliga, come componenti della società adulta e come genitori, a riflettere sulle nostre responsabilità e sul da farsi. Cercheremo di comprenderne il perché. Ci porremo a tale proposito delle domande alle quali cercheremo di rispondere. Cosa si intende per bullismo; Chi è il bullo? Chi è la vittima? Cosa succede alla vittima del bullismo? Come gestire e frenare il fenomeno? Cosa può fare la scuola? Cosa può fare la famiglia? Cosa può fare la vittima? Apriamo la nostra indagine considerando la prima domanda posta: Cosa si intende per bullismo Il bullismo è una delle grandi piaghe della nostra società, perché denuncia unamara realtà e cioè che i nostri ragazzi soffrono, sono nevrotici e raramente sereni. Il bullismo che risulta sempre più diffuso tra i giovanissimi e anche tra i bambini della scuola elementare, si manifesta sotto forma di comportamento aggressivo, di tipo abusivo e si esprime tramite l′impiego di subdoli metodi di coercizione ed intimidazione nei confronti dei pari; può implicare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, in altri termini consiste nel mettere in atto comportamenti e atteggiamenti prepotenti, sfrontati, spavaldi e teppistici al fine di divertirsi ottenendo sottomissione, sudditanza e servilismo. Chi è il bullo Il bullo è la prima vittima del fenomeno che stiamo esaminando. E un ragazzino o ragazzo vittima a sua volta di carenze affettive primarie e spesso di una educazione basata sull iper controllo da parte dei genitori. Egli appare cinico, freddo, spietato e malvagio. E un essere che non conosce sentimenti amorevoli essendo stato deprivato di cure e coccole adeguate, non si è sentito considerato persona dalle sue figure di riferimento, non è stato amato in maniera sana ne si è sentito mai compreso, non ha goduto dellempatia da parte di essi e non sa empatizzare con la sua vittima. Il bullo non capisce la sofferenza che infligge ( più la vittima soffre più ride e si diverte) anzi è convinto che la vittima merita quel trattamento e pensa che è colpa sua se è costretto a torturarla. E come se si trovasse di fronte ad un essere inferiore che va perseguitato e punito. Il bullo è un ragazzino che soffre e non trova pace. I suoi comportamenti riflettono fedelmente quello che ha ricevuto in termini affettivi, se ad es. in famiglia si tende a criticare e disprezzare il prossimo il piccolo si sente autorizzato a mettere in atto strategie persecutorie verso i pari; se in famiglia vige il rispetto degli altri il piccolo saprà rispettare il suo prossimo. Non di rado latteggiamento bullo è scatenato da un accumulo di insuccessi e richiami a scuola. La tortura, la persecuzione e lesclusione è lunica esperienza affettiva che gli è familiare. Chi è la vittima ? La vittima del bullo è il compagno o la compagna considerati diversi. Il più timido, il più fragile, il secchione, lextracomunitario, il cicciottello, il più basso, il più educato, il presunto guy, il cocco di mamma, il più povero; il diverso comunque si tratta sempre di un giovanissimo con tratti di insicurezza e difficoltà a farsi accettare contemporaneamente ad una difficoltà nel difendersi e farsi rispettare. Segue Dr.ssa Elisabetta Vellone